L'operatore olistico lavora con tecniche corpore, energetiche e creative per l'armonia psicofisica

APPROFONDIMENTI



☯️ CHI È L'OPERATORE OLISTICO?

L'Operatore Olistico lavora con tecniche naturali, energetiche, corporee e creative. Con la sua attività favorisce il naturale processo di trasformazione per il miglioramento della qualità della vita, dell’equilibrio psicofisico e della consapevolezza di sé. La visione olistica dell’Operatore specializzato prende in considerazione la totalità della persona nella sua interezza di corpo, mente, emozioni, energia e della sua capacità di relazionarsi con se stesso e con l’altro nella società in cui vive.



☯️  CHE COS'È IL COUNSELING OLISTICO?


l termine "counseling olistico" indica un'attività professionale che tende a sostenere e sviluppare le potenzialità del cliente attraverso l'ascolto attivo.
Utilizza competenze comunicative e relazionali, integrate a tecniche naturali, energetiche, artistiche e meditative.
Attraverso un percorso esperienziale e creativo favorisce il processo di cambiamento, consapevolezza e crescita della persona;
promuovendo atteggiamenti propositivi, favorendo l'autostima e la conoscenza di sé e stimolando le capacità di scelta.


☯️ A PROPOSITO DELL' HARA?


...mi piace parlarne "in tutte le salse" per porre l'attenzione sul fatto che, ogni tradizione orientale antichissima, ci riporta lo stesso concetto:
Ed infatti siamo nuovamente lì: due dita,sotto l'ombelico!!!

Nelle arti marziali lo si chiama Seika tanden, la tradizione induista ci riporta ai due chakra inferiori: il Muladhara ed il Svadhishthana chakra... e i giapponesi identificano questa zona con il termine hara 腹

Nelle antiche culture orientali la nostra pancia viene considerata come il nostro centro vitale. I giapponesi lo chiamano HARA e da qui l'espressione Harakiri - chi distrugge l’HARA, distrugge la vita.

Per la scienza occidentale l’HARA non esiste. Tuttavia molti medici moderni riconoscono nell’ intestino il nostro “secondo cervello”. Infatti è proprio lì che troviamo lo stesso tessuto neuronale, gli stessi recettori e neurotrasmettitori presenti anche nella corteccia cerebrale.

L’HARA è il fulcro del Ki, l'energia vitale, e trova forza e rigenerazione attraverso la meditazione, la consapevolezza del respiro e le tecniche di massaggio specifiche.

Esistono anche delle discipline orientali che utilizzano il movimento armonico e bilanciato per mantenere in buona salute questo importantissimo centro.

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☯️ STRAORDINARIE LE CAMPANE TIBETANE!!

Secondo la Tradizione indiana il cosmo ha avuto origine dal suono, che è una forma di energia molto potente. Il suono originario è l’OM, il suono sacro primario ed il primo movimento vibrazionale da dove veniamo ed al quale ritorneremo.
Perciò la musica che è in grado di risvegliare la coscienza del sé con le vibrazioni sonore primordiali è considerata sacra ed in particolare quella delle campane tibetane ci fa entrare in contatto con la parte più profonda di noi stessi favorendo uno stato di benessere e di meditazione, permettendoci di ritrovare quella sensazione di unità tra corpo e spirito che ci appartiene ma che spesso dimentichiamo.
L'origine delle campane tibetane risale probabilmente a circa 3000 anni fa, cioè in un periodo  precedente al Buddismo.
Le campane tibetane
Sono formate con una lega derivante dalla fusione di sette metalli che corrispondono simbolicamente a ciascuno ai sette pianeti del sistema solare ed il loro suono è in grado di armonizzare i sette centri energetici – chakra – a seconda della nota prevalente e delle sue armoniche.
Sebbene ciascuna campana tibetana emetta una o 2 note prevalenti, esse riproducono la vibrazione dell’OM (il mantra originario) che si è propagato al momento della nascita dell’universo.
Le Campane Tibetane producono quindi suoni in armonia con le vibrazioni delle sfere celesti, e trasmettono queste vibrazioni a chi le suona o anche semplicemente le ascolta. Questo fenomeno si chiama, in termini tecnici, “concordanza di fase” e si ottiene quando due onde tendono ad unirsi e a vibrare all’unisono. Grazie a questo fenomeno, quando si percuote una campana tibetana si creano delle forti vibrazioni che si propagano lungo il punto di appoggio della campana stessa (nel caso ad esempio in cui venga appoggiata sui chakra), massaggiandolo in profondità. Si viene così a creare una concordanza di fase fra la campana e la persona che vi è a contatto (biorisonanza) producendo di solito uno stato di profonda quiete interiore ed esteriore che può andare anche al di là del semplice rilassamento.
  Per i suoi effetti benefici il massaggio sonoro con le campane tibetane  (suono terapia) è sempre più adoperato e garantisce un rilassamento profondo e totale dell’organismo, in quanto, essendo il corpo umano composto in prevalenza di acqua, la vibrazione raggiunge ogni piccola parte del corpo, anche in profondità.
I principali vantaggi sulla salute mediante il massaggio sonoro sono: stimolare l’energia vitale, favorire il rilassamento, combattere l’insonnia, migliorare la concentrazione, sincronizzare gli emisferi cerebrali, migliorare la respirazione.
È un suono profondo e vibrante che incanta anche i profani, e ancora di più incantano gli straordinari zampilli che si creano se la ciotola è riempita d’acqua e si fa scorrere un batacchio di legno lungo il suo bordo: le vibrazioni fanno increspare l’acqua che zampilla in centinaia di goccioline che corrono sospese sulla superficie in un’incredibile danza.


☯️ I TRE DOSHA, ALIMENTAZIONE E MASSAGGIO AYURVEDICO?

Nell'Ayurveda, lo stato di salute (di corpo, mente e anima) dipende dalla condizione di equilibrio nei 3 DOSHA che compongono la costituzione di ciascuno di noi.

La persona che ha i costituenti corporei (dosha) e i processi metabolici in equilibrio, che ha l'anima, la mente e i sensi stabilizzati nella beatitudine, è considerata una persona in buona salute”
- Sushruta Sutrashana.

Alla base della salute vi è quindi il concetto di equilibrio di VATA, PITTA e KAPHA, i 3 dosha presenti dalla nascita. La diversa proporzione con la quale queste 3 qualità si combinano in ognuno di noi, determina la nostra costituzione e ci conferisce caratteristiche uniche, diverse da quelle di ogni alta persona.

Le 10 combinazioni di base (all'interno delle quali ci sono ulteriori combinazioni) vengono definite partendo dal dosha prevalente:
3 monodoshiche se prevale un solo DOSHA;
6 bidoshiche, con due dosha prevalenti: VATA-PITTA, VATA-KAPHA, PITTA-VATA, PITTA-KAPHA, KAPHA-VATA, KAPHA-PITTA.  Per esempio, una persona con costituzione VATA-PITTA avrà come dosha dominante VATA ma dovrà prestare attenzione anche a non equilibrare PITTA.
Nella decima costituzione, definita tridoshica, non prevale nessuno dei 3 dosha.

Vata governa il movimento, è composto dagli elementi etere e aria e si trova nel sistema nervoso, nell'intestino crasso (principalmente nel colon) e anche nelle ossa. Le tipiche malattie di VATA in squilibrio sono depressione, ansia, colon irritabile, stitichezza, artrosi.

Pitta governa il metabolismo, è caratterizzato dagli elementi fuoco e acqua e si trova nella digestione non solo del cibo (stomaco e intestino tenue) ma anche delle idee, nel sangue e nel fegato. Le più frequenti malattie riferite a questo dosha sono ulcera, gastrite, infiammazioni e eruzioni cutanee.

Kapha governa la struttura del corpo, è composto da acqua e terra e si trova nella parte alta del corpo (vie respiratorie e torace) e nel grasso corporeo. Le malattie caratteristiche legate a kapha sono tosse, asma (produzione di muco), obesità, ritenzione di liquidi, diabete.

Questi semplici ma fondamentali cenni di ayurveda (scienza della vita in sanscrito) servono a sottolineare, per grandi linee, la grande importanza che hanno un'alimentazione adeguata e uno stile di vita che rispetti la nostra costituzione per conservare il nostro stato di salute e conoscere meglio i nostri punti deboli.

Il massaggio ayurvedico, una delle numerose pratiche ayurvediche, è fondamentale perché basandosi sulla conoscenza della costituzione della persona è in grado di ripulire tutti i tessuti dalle tossine e di riportare quindi equilibrio nel dosha disequilibrato.



☯️ LE EMOZIONI E GLI OLI ESSENZIALI

Nel momento in cui si annusa un olio essenziale, al di là delle sue caratteristiche chimiche, è sensazionale ”l’energia” della pianta che si respira e tutto il mondo di simboli, immagini, memorie, anche nascoste, che l’aroma è in grado di suscitare.
È questo insieme che determina l’effetto benefico dell’essenza!

Ecco quali sono gli oli essenziali che vengono principalmente utilizzati per creare un ambiente favorevole ed armonioso, in base all’effetto che si vuole ottenere:
l’olio essenziale di #rosmarino per favorire la concentrazione e ridare energia (spesso associato all’olio essenziale di #Menta);
l’olio essenziale di #Lavanda contro l’ansia, lo stess, l’insonnia e per alleviare l’emicrania;
L’olio essenziale di #limone, #mandarino e degli #agrumi in generale, sono tonicizzanti e rinvigorenti;
lo #YlangYlang, il #Patchouli e la #Vaniglia, oli essenziali di piante esotiche che, non a caso, hanno una funzione afrodisiaca, ossia aiutano ad aumentare la libido e a risvegliare i desideri…

Annusare una pianta è di fondamentale importanza per captare la sua completa energia, ma soprattutto per entrare in completa e profonda relazione con noi stessi e il mondo che ci circonda!


 ☯️  I SETTE CHAKRA?

1° chakra, muladhara o “chakra della radice”
Posizione: nella parte inferiore del bacino, tra coccige e pube
Colore: rosso
Significato: è la stabilità psichica nelle diverse situazioni della vita, la capacità di governare gli istinti; poiché ha solo un polo, tende ad essere un po' più grande degli altri chakra. È il chakra del radicamento, con cui vengono assorbite le energie della Terra e scaricate le tensioni eccedenti mediante l'atto sessuale.

2° chakra, svadhistana o “chakra splenico”
Posizione: metà inferiore del ventre
Colore: arancio
Significato: è il piacere, la gioia di vivere, la sessualità espressa al massimo delle sue potenzialità.

3° chakra: manipura o “chakra del plesso solare”
Posizione: metà superiore del ventre
Colore: giallo
Significato: è la capacità di agire energicamente, la volontà, l'autostima e l'autonomia personale. In senso spirituale è l'essenza attiva di cui siamo stati dotati.

4° chakra, anahata o “chakra del cuore”
Posizione: zona pettorale del corpo
Colore: verde
Significato: è la capacità di amare emotivamente, provare cioè un sentimento che non parte tanto dalla mente, quanto dal cuore. Occorre ricordare che, nella tradizione yoga, amore e ascolto sono in stretta relazione; spiritualmente parlando, hanno la stessa valenza.

5° chakra, vishuddha o “chakra della gola”
Posizione: nella metà inferiore del collo e a livello delle clavicole
Colore: azzurro
Significato: è la creatività, la comunicazione, la spiccata percezione estetica. I bravi artisti, musicisti e altri servitori dell’arte sono persone nelle quali il vishuddha è ben sviluppato. In senso spirituale, infatti, rappresenta la connessione con l'altrove, l'essere in comunicazione con dimensioni che superano l'umano.

6° chakra, adjnia o “chakra del terzo occhio”
Posizione: grande chakra che si trova al centro della fronte
Colore: indaco
Significato: è la mente tattica, razionale. In senso spirituale è il terzo occhio, come qualità della persona è la fiducia in se stessi.

7° chakra, sahasrara o “chakra della corona”
Posizione: sopra il cranio
Colore: viola
Significato: è la capacità spiccata di pensare strategicamente, cioè abbracciare la situazione con il pensiero; in senso spirituale è la comunione con il Divino, in senso individuale è l'autorealizzazione.


☯️  IL PENSIERO GENERA LA MATERIA

"Le nostre paure, i fastidi, i modi di pensare sulle persone e sul mondo, così come ogni nostra reazione emotiva all'ambiente esterno, sia essa di piacere o di dolore, non sono altro che pietre psichiche che si sono cristallizzate al nostro interno a causa della ripetizione.
A livello cerebrale esse sono rappresentate da reti neurali ormai irrigidite, incapaci di elasticità.
La somma di tutte queste cristallizzazioni è ciò che noi chiamiamo "la mia identità"."
Da "Officina alkemica" S.B.

#Ilpensierogeneralamateria.
Ma se riusciamo ad esser presenti a noi stessi, a dar spazio al "testimone", quella parte di noi capace di osservare dall'esterno con occhio imparziale ed obiettivo, abbiamo la possibilità di modificare le sinapsi esistenti.
Si chiama #neuroplasticità il sacro dono che abbiamo... e che ci permette il cambiamento di prospettiva.


☯️  TUTTO IN REALTÀ È VIBRAZIONE!! 

Una vibrazione misurabile in qualsiasi cosa attraverso il principio di risonanza.

Questo noto simbolo ad esempio ॐ (Om, Aum) appartiene alla cultura vedica ed è il mantra più sacro e rappresentativo della religione induista. E’ oggetto di riflessioni teologiche e filosofiche, nonché strumento di pratica religiosa e meditativa. Esso, è curioso sapere, è considerato dalle credenze Vediche come il suono primordiale che ha dato origine alla creazione, la quale viene interpretata come manifestazione stessa di questo suono.

In perfetta linea con le più antiche scritture, la moderna scienza ci conferma che gli atomi -proprio come le molecole, le foglie, i sassi, le sedie e la stessa sostanza fisica dell’uomo- sono “aggregati” di vibrazioni la cui solidità varia in base alla densità attraverso la quale esse sono aggregate nella loro fase di oscillazione.

Il suono quindi, sotto ogni aspetto scientifico o religioso può essere universalmente definito come la vibrazione che dà avvio al movimento ed alla materia.

“La materia non esiste, tutto è vibrazione!” Max Planck

Da questa concezione che tutto, persino il pensiero, è vibrazione ne deriva che il nostro corpo, ancor prima di essere materia, è energia! Cos’è l’energia se non una vibrazione/frequenza?.

Nel suono della Natura come nella geometria definita sacra (la sezione aurea di una conchiglia ad esempio è l’evidente rappresentazione della perfezione matematica della Natura – gli Antichi, che ben conoscevano questa sezione l’applicavano un pò ovunque: in numerose testimonianze egizie o artistiche del Rinascimento ecc), si segue un esatto ordine dove l’oscillazione della frequenza 8 la si ritrova in moltissimi stadi: gli 8Hz ad esempio secondo la Risonanza di Shumann corrispondono più o meno al campo elettromagnetico del nostro pianeta ma non solo, 8hz corrisponde anche alla frequenza subsonica delle onde emesse dai delfini, gli 8hz li troviamo anche nelle onde Alfa del nostro cervello. Leonardo da Vinci, Hegel, Pitagora, Platone, Galileo, Newton – tantissimi altri personaggi “immortali” le cui opere d’arte e scoperte ancora oggi sono invidiate e studiate- erano ben a conoscenza di quanto ogni cosa, in Natura, fosse accomunata da una sequenza di numeri; non a caso le loro “opere” sono rappresentazioni matematiche di ciò. (sequenza di FIBONACCI)

Molti esempi si potrebbero citare ma passando oltre, salendo con le ottave troviamo il 256 (8×32) in DO che, secondo la legge di Keplero, corrisponde guarda caso alla scala del nostro sistema solare –  ancor più in su troviamo il LA in 432Hz (8×54) riscontrabile nel moto del Sole, che non a caso è denominato accordartura aurea, o scientifica.

Alle stesse leggi obbediscono le onde sia dell’acqua sia del suono e della luce

Con il tempo ci siamo allontanati da questa naturale frequenza;
E’ proprio perchè è accordarta sulle frequenze della Natura, e quindi anche su quelle del nostro corpo, che la musica a 432Hz riesce ad apportare numerosi benefici psicofisici; basti pensare che la ghiandola pineale è attivata direttamente mediante l’emissione di un segnale ad 8 cicli per secondo
Tratto da "Musica & spirito"


 ☯️  SARÀ TELEPATIA?
CI SAREMO GIÀ INCONTRATI?

Entrare in uno stato di unione intima con un altro essere vivente, con un altra coscienza e, per chi è aperto a questa possibilità... perfino "riconoscere" un "legame animico" senza spazio nè tempo... Si...
Quello che facciamo è
aprirci per permettere questo "incontro" ad una dimensione sottile.

Questa unione spirituale che ci consente talvolta la comunicazione non verbale con l'altro, il "sentire" a livello sottile di scambio... può arrivare all'intensità di una forma di telepatia.
Ha a che vedere con l'amore, ma non dobbiamo confondere il termine "amore" con passione; nella società moderna la parola amore viene confusa ed associata alla passione, riducendo infinitamente il senso profondo dell'esperienza.

Quindi quando parliamo di amore, generalmente, tendiamo a confondere il termine con sessualità, pensiamo che l'amore si possa sentire solamente attraverso questa modalità.

In realtà l'amore ha a che vedere con qualcosa di universale, con la capacità di aprire la nostra coscienza, il nostro cuore, la nostra anima con altri esseri viventi.
La capacità di andare "oltre" agli stereotipi ci consente di aprire la mente e la vita ad esperienze interiori che possono essere "rivelatrici"... ed arrivare ad essere di un'intensità immensa.
R.M.


☯️  L'ENSŌ ...COSA SIGNIFICA?

 La parola giapponese Enso, scritta correttamente Ensō,
(in giapponese: 円相) significa cerchio e racchiude un significato profondo e ben radicato nel buddismo zen.
L’enso è simbolo dell’illuminazione, dell’infinito e dell’universo assoluto, della completezza. Come la filosofia zen rappresenta tutto (l’universo) e il niente (il vuoto assoluto).

 Il suo significato non è tanto legato al simbolo del cerchio ma a ciò che esso rappresenta nella filosofia zen.

L’Ensō rappresenta l’illuminazione, la forza, l’universo. A prima vista potrebbe sembrare un semplice cerchio ma si ritiene che l’indole e le stesse attitudini di una persona siano completamente rivelate dal modo in cui disegna questo cerchio.

Insomma, anche se il significato dell’ensō è universale, ogni ensō è unico e racchiude l’essenza stessa di chi lo disegna.
È un simbolo sacro nel buddhismo zen, ed è spesso usato dai maestri zen come firma nelle loro opere.

Alcuni disegnano l’ensō con un’apertura nel cerchio mentre altri lo completano. Alcuni fanno linee perfettamente chiuse, armoniche, mentre altri lasciano una sorta di “sbavatura d’inchiostro“. Ogni scelta può simboleggiare qualcosa e cela un suo significato. L’apertura, infatti, potrebbe sottolineare la base del buddhismo zen, cioè che tutto è connesso nell’universo e che il cerchio zen non è, in quel caso, separato dal resto delle cose e faccia parte di un disegno molto più grande.

Il cerchio zen è tracciato con un’unica pennellata fatta su carta di riso o sete. Il disegno va elaborato in un unico gesto, senza alcuna possibilità di cambiamento o correzione.

L’Enso è metafora dello Zen assoluto, la vera natura dell’esistenza e dell’illuminazione. Nel Buddismo zen si pensa che questo carattere, nella sua autenticità più profonda, possa essere disegnato solo da una persona mentalmente e spiritualmente completa.

Ricapitolando, l'ensō simboleggia:

-il perpetuo mutamento ciclico, espresso dal cerchio.
-L’unione tra due opposti, espressa del pieno del tracciato circolare e dal vuoto al suo interno.
-L’unione dell’inizio e della fine.
-La forza, l’Universo, l’Illuminazione, il Vuoto, la completezza, il tutto e il niente.