L'operatore olistico lavora con tecniche corpore, energetiche e creative per l'armonia psicofisica

PERCORSI



☯️  TRA I NOSTRI PERCORSI...



☯️ SERATE DI SCRITTURA OLISTICA EMOZIONALE

La scrittura è uno straordinario strumento di liberazione emozionale.

Durante i laboratori vi è l'assoluto rispetto di ciascuno, la parola che cura così come il silenzio che avvolge.
Siamo assolutamente liberi di lasciar accadere, oppure no... di condividere,  oppure no... di scrivere, oppure no.
In ogni caso resta una esperienza, una memoria risanante attraverso l'ascolto attivo è profondo di se e dell'altro in un campo denso di energia.

CHE SIGNIFICA??
SCRIVERE PER LIBERARE LE EMOZIONI??

Pensando alla scrittura si cade spesso in errore nel considerarla figlia di non meglio precisate “doti innate” da cui essa scaturirebbe in automatico. Invece la scrittura si può coltivare e tutti possono sperimentarla.
Non bisogna pensare che esistano persone dotate e depositarie della capacità di scrivere in modo creativo e altre negate.

La scrittura è... la capacità di far accadere qualcosa, naturalmente, e fissarlo sulla carta con parole che fino a un attimo prima non esistevano.
La scrittura è... essere presenti a se stessi e, quindi, conoscere la gioia di questa presenza. Al punto da decidere di metterla in comune con gli altri.

Molto da dire sul concetto di presenza, messo sovente alla prova da una società sempre più frenetica, che ci confonde e sovrappone i concetti di “esperienza” e “performance”.

Molto da dire sul ruolo della mente, altalenante tra un futuro che ci preoccupa e un passato che non ci soddisfa o forse non ci appartiene del tutto, ma dalla immensa voglia di viverci l’unica cosa che c’è: il presente, questo momento, proprio mentre accade.

La Vita e la scrittura accadono al tempo presente, qui e ora, mentre noi lanciamo la mente a domani, o dopodomani, oppure rimuginiamo su quanto accaduto ieri o l’altroieri. In una parola, non ci siamo. Non siamo presenti. Non ci siamo, né per noi, né per gli altri.

In tutto questo marasma pretendiamo di essere creativi: ossia di lasciarci guidare dall’intuizione, una forza di proporzioni spaventose che crea al posto nostro, quando invece siamo schiacciati dai pensieri, da sovrastrutture programmate in noi chissà quando e chissà da chi. Dal devo, dal posso, dal mi dicono di fare. Dal domani e dallo ieri.


☯️  SERATE DI BAGNO SONORO VIBRAZIONALE

Il bagno sonoro è una immersione sonora e vibrazionale che conduce ad un profondo rilassamento.

Le onde sonore di strumenti come campane tibetane,  koshi, gong, bastone della pioggia, ocean drum e il canto di specifichi mantra hanno il potere di portarvi in un viaggio multidimensionale che toccherà le corde profonde della vostra anima. Durante il bagno sonoro i partecipanti si rilassano , preferibilmente sdraiandosi a terra su un tappetino e con una coperta , calandosi in questa esperienza vibrazionale. La seduta ha la durata di un’ora circa e alla fine della sessione strumentale ci sarà spazio per una condivisione di gruppo.
 E’ consigliato abbigliamento comodo.

Le campane tibetane sono usate a livello terapeutico per la loro varietà , durata e purezza dei loro suoni armonici, conducono a un rilassamento mentale e fisico e agiscono soprattutto sul sistema nervoso centrale.

La fisica quantistica ha spiegato scientificamente come le vibrazioni, il suono e l’energia siano assolutamente correlati.

La vibrazione del Gong è fisica e palpabile, massaggia il corpo sciogliendo le contratture fisiche, spesso generate da stress e preoccupazioni.

Perché fa bene?

1. L’ascolto consapevole dei suoni conduce a uno stato di leggerezza mentale e assenza di pensiero portando a un profondo rilassamento meditativo;

2. Scioglie i muscoli della parte alta del busto come cervicali, lombalgie e mal di schiena;

3. Limita lo stress, agendo sul sistema nervoso, i blocchi e le tensioni emotive si sciolgono, è un valido aiuto per combattere insonnia e ansia;

4. Vengono stimolate le onde alfa, ma anche theta e delta, a livello celebrale, a metà tra il sonno e la veglia;

6. Sul piano animico  i Gong entrano in risonanza con i nostri chakra e con la fiammella del nostro spirito;

7. In questa fase inconscia, tra sonno e veglia , possono riemergere vissuti, sciogliersi tensioni ed emozioni cristallizzate e lasciar spazio a intuizioni ai livelli più profondi.

Il suono va sapientemente a lavorare dove c’è bisogno in modo diverso per ognuno, seguendo le leggi auree della risonanza, e più impariamo a lasciarci andare più entriamo in contatto con ciò che è pronto per noi, così che possiamo accoglierlo e integrarlo in un processo naturale di auto-equilibrio.

Durante la seduta è possibile focalizzare un intento personale oltre che collettivo su cui lavorare grazie all’aiuto del suono.

L’effetto benefico del bagno sonoro continua anche nei giorni a seguire. La possibilità di praticarli a cadenza regolare porta ad effetti sempre più tangibili e durevoli nel tempo.


☯️  INCONTRI DI
MEDITAZIONE ZAZEN

Praticare lo zen significa fare zazen (meditazione in posizione seduta). Per lo zazen hai bisogno di una stanza tranquilla.
La pratica di zazen favorisce la consapevolezza dell'aspetto impermanente dei pensieri.

Alla base dello zen non c'è alcun testo dottrinale e nessuna spiegazione razionale, lo zen, semplicemente, rimanda all'esperienza immediata dell'essere: ZAZEN (meditazione seduta). Lo zen non è una filosofia né una religione, ma un'esperienza diretta e totale, un modo di essere, un'arte di vivere. Nello Zen non c'è nulla di misterioso di complicato. La sua pratica è molto semplice, zazen: soltanto sedersi, imparare a conoscere se stessi ed abbandonare il proprio ego, trovare un modo d'essere in armonia con la nostra natura profonda. Imparando a mettere a riposo la mente, si può accedere al flusso eterno dell'attività e dell'energia ed alla vera coscienza intuitiva.

ZAZEN è la saggezza che accede alla saggezza dalla porta del silenzio.
 La base della filosofia zen è il silenzio, è il Ku (il silenzio totale) che è la condizione originaria della natura umana. Praticare al di là di ogni oggetto è lo zazen più elevato; soltanto sedersi senza scopo. Durante zazen non si pensa anche se il subconscio si manifesta, si lascia passare, non si ferma il pensiero, non si trattiene. In questo modo la coscienza diventa illimitata infinita.

Per la pratica di zazen

Sedetevi su uno zafu (cuscino rotondo), state ben dritti e tendete gentilmente la colonna vertebrale. Incrociate le gambe nella posizione del loto , del mezzo-loto o birmana , così che le ginocchia siano fermamente radicate al suolo. Toccate il cielo con la testa, premete la terra con le ginocchia. Le dita della mano sinistra sono appoggiate su quelle della mano destra, i pollici si sfiorano, e il taglio delle mani è in contatto con il basso ventre (Hokkai-join, mudra cosmico) Il mento è rientrato senza creare tensione, la nuca diritta, il naso in verticale con l'ombelico, le spalle rilassate, gli occhi guardano verso il basso.

Lo stato della coscienza durante zazen: pensiero al di là del pensiero, è che va al di là di ogni giudizio.

Tenere la bocca chiusa, con la lingua contro il palato, dietro ai denti.

Tenere gli occhi leggermente aperti, guardando un punto verso il basso, con un’angolazione di circa 45 gradi. Senza concentrarsi su un punto particolare, lasciare che ogni cosa trovi posto nell’area visiva. Se si tengono gli occhi chiusi si rischia maggiormente di addormentarsi o di sognare ad occhi aperti.

Fare oscillare il corpo Portare le mani, con le palme verso l’alto, sulle ginocchia e fare oscillare la parte superiore del corpo da sinistra verso destra per alcune volte. Senza muovere le anche, muovere il tronco come se fosse un bastone che pende prima da una parte e poi dall’altra. In questo modo si allungheranno i muscoli dei fianchi. Si può anche oscillare in avanti e indietro. Inizialmente questo movimento dovrebbe essere ampio e diminuire man mano fino a cessare completamente con il corpo al centro in posizione diritta. Formare ancora una volta l’hokkai-join con le mani e mantenere una posizione retta e immobile.

Durante le sedute zazen la respirazione deve essere addominale e tranquilla. Non tentare di controllare il respiro. Lasciare che il ritmo sia naturale, nasale, in modo da dimenticare di stare respirando. Lasciare che i respiri lunghi siano lunghi e quelli brevi siano brevi. non respirate rumorosamente.

La mente acquisterà la calma in modo naturale una volta che la postura giusta verrà mantenuta e la respirazione si sarà stabilizzata. Quando vari pensieri vengono alla mente, non lasciarsi catturare né tanto meno combatterli. Non inseguirli, né fuggirli. Lasciare semplicemente i pensieri scorrere liberi, permettendo loro di andare e venire a piacimento.

Come alzarsi dopo la seduta Terminata la seduta zazen, fare un inchino in gassho, portare le mani, con le palme verso l’alto, sulle cosce, oscillare il corpo alcune volte, all’inizio leggermente e poi più intensamente. Fare un respiro profondo. Disincrociare le gambe. Muoversi lentamente, specialmente se le gambe sono intorpidite. Non alzarsi in piedi di colpo.
Se nella nostra pratica ci sforziamo di raggiungere una meta attraverso lo Zazen, ci allontaniamo completamente dal vero Zazen e dalla vera pratica. Non dovrebbe esserci un atteggiamento che muove verso una meta. Al contrario, dovrebbe essere un atteggiamento di pura manifestazione della vita.
Tratto da "Casa Mushin Zen"



☯️ ARTETERAPIA OLISTICA, ESPRESSIONE DI SÉ

L’Arteterapia consiste nella ricerca del benessere psicofisico attraverso l’espressione artistica dei pensieri, vissuti ed emozioni. Essa utilizza le potenzialità, che possiede ogni persona, di elaborare creativamente tutte quelle sensazioni che non si riescono a far emergere con le parole e nei contesti quotidiani. Per mezzo dell’azione creativa l’immagine interna diventa immagine esterna, visibile e condivisibile e comunica all’altro il proprio mondo interiore emotivo e cognitivo.

L'operatore deve saper accogliere, legittimare, amplificare i messaggi dell’altro con parole, disegni, proposte. Nel fare ciò deve avere una sensibilità estetica capace di cogliere non la bellezza,  ma il significativo, il comunicativo. In questo contesto i canoni di bellezza non esistono, ciò che conta è la comprensione, l’accettazione e la contemplazione di ciò che la persona intende comunicare con la propria opera.
I prodotti artistici non devono mai subire “interpretazioni”, il significato è sempre personale, privato, e và ricercato attraverso il colloquio, cosicché sia lo stesso disegnatore ad individuare il giusto messaggio della propria creazione.

Ognuno ha in sé delle risorse proprie e un potenziale autorigenerativo che va semplicemente stimolato. L’Arteterapia svolge questa funzione e ci consente di credere ed essere fiduciosi nelle capacità che tutti quanti noi possediamo.
È preferibile lavorare sulle risorse poiché, utilizzando le parti positive della persona, si ottengono dei cambiamenti più facilmente e stabilmente che andando a sollecitare le parti negative, oscure.

Così, l’Arteterapia, con le sue tecniche e materiali, favorisce la conoscenza di sé stessi e delle proprie potenzialità e rende possibile l’integrazione di tutte le risorse di cui disponiamo per poter vivere meglio.
L’Arteterapia quindi svolge la straordinaria funzione di trasformazione, evoluzione e crescita dell’individuo.

Tratto da.. Curenaturali